Apri le tue mani
e nudi esponi i tendini
e il sangue,
che acqua non essendo
l’acqua in rosso tinge
allora che alla fonte
degli occhi tuoi m’appresso.
Aprimi il tuo cuore
se hai cuore di parlarmi,
ché di parlare è tempo
di ritrovare il tempo.
E se nel petto è muta
la voce che io anelo,
apri la tua mente
che mente ma non tace.
Apri le tue braccia
e abbraccia l’ardua scelta
di scegliere l’inganno
invece del silenzio,
che meglio è la menzogna
figlia del dissenso
del ruvido rimpianto
di verità taciute.
Apri la tua bocca
che imbocca chi di baci
ha scelto di saziarsi
mutando fame in fama,
e pur negando il passo
ad ogni tua parola,
concedi a me la gloria
sulle tue labbra schiuse.