Dicono che i ricordi dell’infanzia siano quelli che restano maggiormente impressi nella memoria. Non so quanto ci sia di vero in questa teoria, ma so per certo di avere già scordato cosa ho mangiato ieri per cena, mentre ricordo perfettamente alcuni episodi della mia giovinezza.

Il mio piatto preferito è il polpettone. Il polpettone e la pizza. I miei due piatti preferiti sono il polpettone e la pizza. E questa è una certezza. Due certezze per essere precisi.
Senza acciughe, la pizza mi piace senza acciughe. Non amo troppo la commistione dei sapori, e soprattutto la mescolanza dei carboidrati con il pesce. A dire il vero è il pesce che non mi piace. È per via delle spine. Odio le spine.

A vent’anni il mio girovita era di settanta centimetri. A trenta superava abbondantemente i novanta. Oggi il metro non basta più.
Eppure continuo a sentirmi bella, la più bella. È soltanto una sensazione, un’idea non avvalorata dai responsi tutt’altro che incoraggianti dello specchio, ma perfino con la mia stazza attuale mi sento una donna affascinante e con parecchie carte da giocare al tavolo della seduzione.

Iniziò tutto con un prurito, un fastidioso prurito sulla schiena, all’altezza delle scapole. I primi tempi pensai alla solita allergia che mi prende in autunno, quando sostituisco le maglie di cotone con quelle di lana, poi la cosa si fece più insistente e allora compresi che l’allergia non c’entrava affatto.
Le prime penne spuntarono una mattina di ottobre, mentre ero ancora a letto a inseguire le ombre dei miei sogni. Erano penne nere.